Il
decimo Congresso del Partito Socialista Europeo, svoltosi a Roma il 28 febbraio
e 1 marzo 2014, è destinato ad entrare nella storia.
Nella
storia del Partito Socialista Europeo, innanzitutto, perché per la prima volta
il Congresso ha decretato il suo candidato alla presidenza della Commissione
europea: Martin Shulz, attuale Presidente del Parlamento Europeo.
Tutto
ciò in linea con la previsione del Trattato di Lisbona, secondo il quale, a
partire dalla prossima legislatura europea, il presidente sarà nominato dal
Parlamento Europeo, e non più meramente approvato. Un segnale forte, questo,
per contrastare in parte il deficit
democratico di cui soffre l’intero sistema-Europa: i cittadini europei che
andranno alle urne a fine Maggio lo faranno con la consapevolezza di dare il
loro voto ad un partito ben preciso, con un proprio programma ed un proprio
candidato alla Presidenza della Commissione.
Noi socialisti
e democratici europei questo intento lo abbiamo ben presente ed è per questo
che nei prossimi tre mesi l’obiettivo prioritario sarà fare capire ai cittadini
europei che è solo con un’Europa forte e compatta che sarà possibile finalmente
dare un senso all’esistenza stessa dell’Unione Europea, che fino ad oggi, dopo
anni e anni di politiche conservatrici ed all’insegna dell’austerity, ha prodotto solo malcontento e sfiducia verso di essa.
L’Europa
non merita queste politiche di destra e i suoi cittadini non meritano di sentirsi
sempre meno coinvolti dalle sue istituzioni: l’unica strada possibile e
credibile è quella europea e l’unica Europa possibile e credibile è quella
guidata da Martin Schulz e dal Partito Socialista Europeo.
L’immobilismo
ed il totale liberismo che hanno caratterizzato la politica europea di questi
anni vanno sostituiti con una politica che tuteli i diritti e che attivamente
si preoccupi di garantirli e che miri veramente a creare un’Europa unita e,
come tale, credibile sul piano internazionale .
Per
questo è fondamentale che il Partito Socialista Europeo vinca le prossime
elezioni europee e che Schulz diventi il nuovo Presidente della Commissione
Europea: non ci sono altre vie per rilanciare l’Europa.
Non
ci saranno altre occasioni.
E
per fortuna questo lo ha capito anche il Partito Democratico Italiano.
La
scelta di Roma come sede del Congresso non è certo stata casuale: dopo anni di
discussioni, finalmente il PD è entrato come membro effettivo nella famiglia socialdemocratica
europea, ponendo fine all’anomalia che lo vedeva unico partito del Gruppo
S&D al Parlamento Europeo a non essere incluso nel PSE.
Questo
deve essere motivo per noi tutti di grande soddisfazione, perché è solamente condividendo
in pieno uno stesso progetto politico europeo che possiamo sentirci veramente
parte di una dimensione europea ormai necessaria.
Non
solo: questo storico cambiamento rafforzerà lo stesso PD all’interno dei
confini nazionali, in quanto servirà a delinearne meglio l’identità politica,
collocandolo all’interno di quelle forze politiche che trovano nel riformismo
la loro stessa ragion d’essere.
Il
Congresso di Roma, dunque, è destinato ad entrare nella storia anche del PD
Italiano.
In
definitiva, quindi, davanti a noi abbiamo tre mesi cruciali, che ci
permetteranno di decidere il nostro futuro.
Futuro
che non è nell’antieuropeismo e nel ritorno agli stati nazionali.
Il
futuro non può prescindere dall’Europa ma essa dev’essere un’Europa diversa,
più efficiente, più democratica, più giusta.
Lo
sa bene il PSE, lo sappiamo bene tutti noi, lo sapranno anche i cittadini
europei nei prossimi tre mesi: l’Europa è in tutto quello che ci circonda, ma
non come guardiana cattiva (come troppo spesso è percepita) ma come opportunità
ed occasione per tutti noi.
“Knock
the vote” è lo slogan della nostra campagna elettorale, un porta a porta che
caratterizzerà la prima campagna paneuropea della storia, per diffondere in
ogni singolo territorio europeo le nostre comuni idee e i nostri comuni intenti
per l’Europa dei Socialisti e dei Democratici.
Il
decimo Congresso del Partito Socialista Europeo, svoltosi a Roma il 28 febbraio
e 1 marzo 2014, è già entrato nella storia.
Ora
la storia dovremmo scriverla noi, e avere o no la penna per farlo dipenderà da
ciò che riusciremo a fare nei prossimi tre mesi.
Nessun commento:
Posta un commento