martedì 19 novembre 2013

NO AL FEMMINICIDIO!!! IL PENSIERO DEI NOSTRI COMPAGNI E DELLE NOSTRE COMPAGNE DELLA VAL DI MAGRA!


Amare, lottare, morire...”


"Sangue mio, sangue di alba, sangue di luna tagliata a metà, sangue del silenzio".
Susana Chávez



C’è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.
Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.

(Il regno delle donne -
Alda Merini)


Il femmicidio e il femminicidio.
Usato sin dall'inizio del XIX secolo per indicare gli omicidi di donne, la parola femmicidio ricompare negli slogan delle femministe negli anni Settanta, e poi nel 1992 quando la studiosa Diana Russell la utilizza nei suoi libri per parlare della forma estrema di violenza da parte dell'uomo contro la donna “perché donna”. Nel 2006 la parlamentare femminista messicana Marcela Lagarde conia la versione femminicidio, di cui si serve per definire non sola la forma più estrema, ma anche tutte le forme di discriminazione e violenza di genere che sono in grado di annullare la donna nella sua identità e libertà non soltanto fisicamente, ma anche nella loro dimensione psicologica, nella socialità, nella partecipazione alla vita pubblica.

Colpisci una donna, colpisci la vita.

Sono donne di tutte le età, di vari ceti sociali, abitanti in diverse parti del Paese. Le loro morti differiscono solo per le modalità della loro uccisione e per le vittime collaterali che le accompagnano ma tutte hanno in comune, salvo una minoranza, il fatto che sono state uccise da uomini che hanno avuto con loro relazioni affettive, sentimentali, matrimoniali o parentali a cui si sono ribellate. Ed è proprio questo il nodo della questione: le donne vengono uccise perché considerate oggetti di proprietà. E nel momento in cui cercano di spezzare questo legame, perché vogliono un'altra vita, scatta la furia. Insomma c'è chi dice di amarle e poi le priva della vita, come fossero bestie che non hanno diritto di scelta.
Ci sono però altre vittime del femminicidio. Vittime di cui quasi nessuno parla mai, travolti dall'orrore di una violenza che confonde l'amore con il possesso. Vittime che non sono sotto i riflettori, perché minorenni. Ma proprio per questo più a rischio. I bambini mai nati, quelli uccisi insieme alle proprie mamme, altri che con i lori piccoli occhi hanno avuto la sventura di assistere all'omicidio della figura più importante e tutti quelli che sono costretti a sopravvivere senza la persona che gli ha dato la vita.


Vite spezzate, vite cancellate ancora quante?

Nel 2012 si sono contate ben 124 donne uccise a causa della violenza di genere, cui fanno spalla altri 47 tentati omicidi. Dall'inizio del 2013 ad oggi invece si contano più di 100 vittime. Una ogni due giorni. Ogni giorno ad orrore si aggiunge orrore.
Più di cento nomi e cento tragiche storie finite nel sangue, donne uccise da amori sbagliati e malati. Cento storie di morte che puntano il dito contro una società che in essa esplode in tutta la sua debolezza e il suo precario equilibrio.
Non esiste in Italia un osservatorio nazionale sul femminicidio come in altri paesi, ma i dati vengono raccolti da associazioni e gruppi di donne basandosi sulle notizie riproposte dai mass-media. Tale metodologia fa supporre una forte sottostima dei dati in quanto solo una parte degli omicidi vengono riportati dalla stampa.

Qui di seguito sono riportati i nomi di alcune vittime del 2013, con le loro età e le modalità con cui sono state uccise:
    Annunziata, 78 Anni
    Accoltellata dal marito nel settembre 2012 è morta dopo quattro mesi di coma.
    - Anna Francesca, 52 anni
    Uccisa dal compagno che aveva denunciato ai carabinieri per ingiurie, percosse e per violenza fisica e psicologica.
    - Maddalena, 63 anni - Barbara , 42 anni
    Uccise nel sonno a martellate e coltellate dal marito e padre che ha motivato con: “quando io sarò morto cosa sarebbe stato di loro?”
    - Carolina , 14 anni
    Si è lanciata dalla finestra di casa. Si ipotizza istigazione al suicidio – era perseguitata da un branco su facebook.
    - Liliana, 65 anni
    Uccisa dal compagno 68enne che le ha dato fuoco nell’ascensore dopo averla cosparsa di benzina al termine dell’ennesima lite.
    - Hrieta, 36 anni
    Freddata con un colpo di pistola vicino all’orecchio dall’ex marito.
    - Antonia, 46 anni
    Massacrata a coltellate dall’ex convivente, per gelosia.
    - Donika, 47 anni
    Uccisa con 4 colpi di pistola dal convivente.
    - Franca, 51 anni
    Uccisa con un colpo di fucile a pallini dal suo amante, che poi si è suicidato.
    - Giuseppina, 87 anni
    Uccisa dal marito a martellate.
    - Olayemi , 24 anni
    Bruciata viva dall’ex fidanzato di una amica mentre cercava di difenderla.
    - Bruna, 75 anni
    Uccisa dal marito a martellate in testa.
    - Giuseppina, 52 anni
    Morta dopo tre giorni di agonia, investita e incendiata dal marito.
    - Jamila, 30 anni
    Il marito l’ha uccisa con una coltellata al cuore e poi ha portato via i due bambini (2 anni-13 mesi) – Jamila si era rivolta più volte ai carabinieri in passato.
    - Giuseppina, 81 anni
    Uccisa dal marito perché era malata.
    - Shedjie, 38 anni
    Uccisa a colpi di mattarello dal marito (reo-confesso – arrestato).
    - Vivian, 24 anni
    Trovata con cranio fracassato vicino a linea ferroviaria (si indaga in attesa autopsia).
    - Denise, 42 anni
    è stata uccisa con corpo contundente forse dal marito che è già stato fermato.
    - Lucelly Molina, 32 anni
    Di nazionalità colombiana – trovata nel bagno con la testa spaccata da un oggetto (uccisa da ignoti).
    - Adriana, 79 anni
    Uccisa dal marito nel sonno con un colpo di baionetta alla gola (perché malata di Alzheimer).
    - Egidia, 68 anni
    Uccisa dal marito con arma da fuoco.
    - Daniela, 46 anni e Margherita, 61 anni
    Uccise sul posto di lavoro da un imprenditore cui era stato negato finanziamento.
    - Marilena, 30 anni
    Uccisa dalla compagna a colpi di pistola.
    - Maria Carmela, 70 anni
    Uccisa a bastonate dall'ex genero (ferita anche la figlia).
    - Maria, 57 anni
    Deceduta per un colpo alla testa – l’ex marito si è costituito.
    - Francesca, 56 anni e Martina, 19 anni
    Madre e figlia sgozzate dall’uomo (reo confesso) con cui la madre aveva una relazione.
    - Mihaela, 25 anni
    Dilaniata da molteplici coltellate – ritrovata dal fidanzato e due amici.
    - Adela Simona, 36 anni
    Strangolata dal compagno che voleva lasciare.
    - Denise, 22 anni
    Uccisa con premeditazione con un colpo di pistola alla testa dall’ex-fidanzato che poi si è suicidato, perché “non poteva vivere senza di lei”.
    - Florentina, 19 anni
    Uccisa a coltellate e ritrovata in un sacco.
    - Michela, 41 anni
    Uccisa dall’ex-marito 42enne (guardia giurata) per strada, che le ha sparato in un inseguimento con l’auto. E dopo averla uccisa ha tentato il suicidio.
    - Maduri, 42 anni
    Morta nell’incendio della sua casa - aveva le mani e i piedi legati.
    -
    Ilaria, 19 anni
    Il suo corpo seminudo giaceva sotto un albero. Ilaria è stata strangolata, forse durante un tentativo di violenza.
    - Alessandra, 30 anni
    Aggredita e uccisa a coltellate, colpita al collo e al braccio. Era vicino al suo scooter e forse si era fermata per parlare con il suo assassino. L’ex fidanzato è stato fermato, era già stato condannato a 18 anni per omicidio volontario nel 1990.
    - Chiara, 27 anni
uccisa nel suo appartamento dal compagno, guardia giurata, prima le ha sparato e poi si è ucciso. Avevano un figlio, che al momento del delitto era a scuola.
- Maria, 55 anni e Letizia, 19 anni
Maria, imprenditrice, vicesindaca e assessora uccisa, come la figlia Letizia (e il figlio) con un
colpo di pistola alla testa dal marito e padre.
    Immacolata, 53 anni
    Morta in seguito alle lesioni riportate a causa delle percosse subite dal marito.
    - Sofia, 23 anni
    È stata accoltellata cinque volte e lasciata in un noccioleto, con l’arma (un coltello da cucina) ancora conficcata nella schiena.
    - Rita, 47 anni
    Scomparsa e ritrovata cadavere nel fiume Ledra.
    - Mihaela, 35 anni
    uccisa a colpi d'ascia sul cranio dall'ex marito.
    - Giuseppina, 88 anni
    Uccisa per strangolamento dal figlio.
    - Henryka, 37 anni
    Coinquilina di Mihaela, strangolata. L'assassinio di entrambe si è lanciato sotto il treno in corsa, morendo sfracellato.
    - Silvana, 49 anni
    Uccisa per gelosia, con un colpo di pistola alla testa, dal marito che poi si è suicidato.
    - Angelica, 35 anni
    Uccisa con dieci coltellate dall'ex convivente che non si era rassegnato alla fine del rapporto.
    - Fabiana, 15 anni
    Accoltellata e bruciata viva dal fidanzatino di 17 anni per gelosia.
    - Sandita, 38 anni
    Uccisa dal marito, per strada, sgozzata con due coltellate alla gola.
    - Anna, 52 anni
    Morta a causa di violentissime percosse alla testa, al viso e al corpo. Arrestato il figlio Ciro di 28 anni reo confesso. La madre si era rifiutata di obbedire alla sua richiesta di portargli un bicchiere d'acqua.
    - Giovanna, 53 anni
    Insegnante, uccisa con cinque colpi di pistola da un bidello della sua scuola che si era invaghito di lei (che non se ne era neppure accorta). L'assassino ha confessato di aver premeditato il delitto perché "colpito dalla sua indifferenza".
    - Olga, 62 anni
    Sfigurata e uccisa (circa due giorni prima del ritrovamento) con colpi di spranga alla testa e al volto e il corpo gettato in una scarpata dentro uno scatolone per frigoriferi. Ricercato il marito sposato un anno fa.
    - Irma, 33 anni
    uccisa a coltellate dal marito (reo confesso) davanti alle due figlie di 8 e 10 anni.
    - Samanta, 38 anni
    la scomparsa denunciata il 3 aprile del 2012, il suo corpo è stato ritrovato avvolto in un lenzuolo e una busta di plastica per rifiuti, murato nello scantinato della casa dell’ex convivente.
    -
    Raffaella, 41 anni
    Uccisa a colpi di arma da fuoco dal marito.
    - Giovanna, 60 anni
    Uccisa per strada dall’ex, a colpi di pistola.
    - Olena, 50 anni
    Sgozzata per gelosia dal compagno nella sua casa poi data alle fiamme.
    - Silvia, 39 anni
    Scomparsa e ritrovata morta, col cranio sfondato, nel freezer di casa, avvolta in un sacco di plastica – uccisa dal convivente.
    - Marta, 50 anni
    Prima colpita con un pugno e poi uccisa a colpi di arma da fuoco dall'ex marito.
    - Tiziana, 36 anni
    uccisa dal marito dopo una lite con una coltellata al collo. Il bambino era in casa.
    - Rosi, 25 anni
    Uccisa a coltellate dall'ex convivente, fuggito e poi arrestato dalla polizia. Voleva ritornare con lei e al suo rifiuto l’ha uccisa davanti al figlio di due anni. Anche questo un delitto annunciato, più volte la donna ne aveva segnalato lo stalking..
    - Michelle, 21 anni
    Uccisa dal fidanzato a martellate e poi avvolta in un lenzuolo e nascosta sotto il letto. Movente, la gelosia.
    - Nicoletta, 55 anni
    Trovata dalla donna delle pulizie, che ha notato la porta d'ingresso aperta e all'interno, a terra, c'era il corpo della donna, con nastro adesivo sulla bocca.
    - Laura, 48 anni
    La sindaca di Cardano era stata ferita gravemente con due colpi di pistola, nell'esercizio delle sue funzioni, da un ex dipendente del comune.
    - Cristina, 38 anni
    Uccisa a colpi di pistola dall'ex marito che non accettava la separazione. Ucciso anche il compagno. La donna lo aveva denunciato per aggressione e violenza.
    - Erica, 43 anni
    Uccisa a colpi di pistola dall'ex marito che non aveva accettato la separazione e che poi si è suicidato.
    - Lucia, 31 anni
    Scomparsa e ritrovata morta nel garage dell'ex convivente.
    - Antonella, 48 anni
    Uccisa a colpi di arma da fuoco dall'ex che non accettava la separazione.
    -Maria Grazia, 38 anni
    Uccisa dal compagno.
    - Marilia Rodrigues Silva Martins, 29 anni
    29enne brasiliana trovata morta nel suo ufficio a Gambara, nel Bresciano. Incinta di tre mesi, ferita alla testa e traumi sul viso. Il procuratore di Brescia, Fabio, ha spiegato che l’assassino aveva la necessità di eliminare il problema rappresentato dal fatto di essere il padre del bambino. L'uomo aveva anche creato un falso account di mail per attribuire a un'altra persona la relazione con la ragazza.
    - Paola, 53 anni
    Psichiatra uccisa da un paziente con 28 coltellate sul posto di lavoro. I medici della struttura avevano chiesto una guardia giurata, ma il servizio non era stato concesso.
    - Rodika, 40 anni
    Deceduta in ospedale dopo un ricovero di sei giorni per le percosse ricevute dal convivente.
    - Lavinia Simona, 18 anni
    Il corpo nudo, morta per strangolamento. Attorno al collo aveva due fascette autobloccanti da elettricista. L'assassino ha abusato del corpo anche dopo la morte. Disposta l’autopsia per scoprire se sia stata anche stordita con l'etere.
    - Tatiana, 41 anni
    Violentata e uccisa, l'assassino ha bruciato il cadavere. Indagato un 21enne.
    - Maria Pia, 66 anni
    Uccisa a coltellate per strada, mentre andava al lavoro, dall'ex marito.
    - Monica, 40 anni
    Uccisa con un colpo di balestra dallo zio che poi si è suicidato.
    - Marta, 29 anni
    Strangolata e abbandonata nell'auto dall'ex fidanzato, che aveva lasciato da circa 4 mesi durante i quali era stata fatta oggetto di gravi molestie. Lo aveva anche dununciato per stalking.
    - Ilaria, 20 anni
    Ferita a colpi di pistola dal suo convivente, è deceduta in ospedale. La 20enne subiva da tempo angherie e percosse da parte del compagno ma non aveva mai presentato denuncia.
(fonte: UDI)


Prevenzione.

In questi ultimi mesi a livello nazionale è stato fatto molto sia come eventi di sensibilizzazione sia a livello giuridico come l'approvazione del nuovo decreto legge.
E' stato fatto molto si, ma la strada è ancora molto lunga, non si deve solo pensare alle pene, ma si deve cercare soprattutto di prevenire e di evitare altre vittime. Importante è stata quindi l'attivazione del 1522 numero di pubblica utilità, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che offre un servizio di accoglienza telefonica multilingue e attivo 24h/24 per 365 giorni l'anno rivolto alle vittime di ogni forma di violenza. E' un servizio che ha come scopo quello di estendere e rafforzare questa capacità di accoglienza e sostegno nei confronti delle vittime di violenza di genere e stalking. Importante e fondamentale sarebbe però essere “vicini” e “accanto”, nel vero senso della parola, a queste donne. Si dovrebbe cercare di creare quindi una rete capillare di sportelli d' ascolto e centri di prima accoglienza nei vari territori del nostro Paese. A livello nazionale si dovrebbe cercare di creare linee guida e regole semplici, chiare e uguali per cercare di uniformare questa rete. Sarebbe anche utile aiutare gli uomini. Come esistono i centri di disintossicazione per droga, alcool e gioco si potrebbe anche parlare di quelli che potrebbe aiutare gli uomini a disintossicarsi dalla violenza sulle donne. E' partito un progetto pilota a Modena. Si chiama "Liberiamoci dalla violenza", il progetto è nato circa un anno fa sulla scia di un esperimento effettuato in Norvegia.


L'indifferenza uccide.

Fino ad adesso abbiamo solo parlato di femminicidio nel suo ultimo atto, ma in realtà prima di arrivare a questo punto c'è un lungo percorso a volte di anni, dove spesso le donne subiscono ogni giorno violenza di diverso genere: fisica e psicologica. Nel 2006 è stata condotta la prima vera ricerca sulla violenza contro le donne mostrando una realtà sommersa e feroce. Dieci milioni di italiane confessarono di aver subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia. La violenza di genere non è raptus né la manifestazione di una patologia. Le ricerche sulla violenza di genere ci dicono che questo si esprime con una escalation di episodi sempre più gravi, non è mai episodica e spessissimo i suoi autori sono lucidissimi. Il 30% delle donne ha dichiarato che non aveva mai parlato prima con nessuno e soltanto il 18% considerava quanto accaduto un reato e questo dato è in linea con le statistiche di altri paesi, le donne stentano di riconoscere le violenza del proprio partner. Sappiamo bene che molte sopportano perché sperano nel cambiamento del proprio compagno. Altre perché pensano che sia meglio per i figli avere una figura paterna.



Libere di amare, felici di vivere.

Davanti al silenzio che diventa complicità con i violenti e gli assassini un gruppo di donne di Sarzana ha deciso di creare l'Associazione “Vittoria” che si pone il duplice obiettivo di lavorare sul territorio da una parte per la sensibilizzazione culturale sulla violenza di genere, dall'altra per dare aiuto concreto e sostegno a tutte le donne che in qualche modo si sentono in una situazione di difficoltà.
Molte sono le iniziative organizzate dall'Associazione Vittoria che si sono state svolte a Sarzana e tante altre sono già in programma.
Il 5 Ottobre 2013 si è svolta l'installazione “Scarpe Rosse” . Le scarpe rosse lasciate sulla scalinata di Piazza Cesare Battisti non volevano essere come spesso è accaduto associate a simbolo erotico-sessuali ma sono mocassini, scarpe da ginnastica, col tacco, stivali, scarponi da lavoro a simboleggiare il cammino interrotto di tutte le vittime di violenza. Un cammino interrotto per morte fisica ma anche psicologica. Allo stesso tempo però le scarpe rosse simboleggiano la possibilità di camminare e di intraprendere un nuovo percorso con lo spirito, l'entusiasmo e la grinta rappresentate in maniera simbolica dal flash mob, che è stato eseguito lo stesso giorno e che ha come titolo “Break the chain” : Spezza la catena.
Il 9 Novembre, invece, verrà dedicato all'iniziativa “Posto Occupato”. E' un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittima di violenza . Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro affinché la quotidianità non la sommerga.



Noi Giovani democratici e il femminicidio.

Noi come Gruppo Giovani Democratici Val Di Magra ci impegneremo per continuare ad affrontare questa importante tematica e a dare un supporto concreto all'Associazione Vittoria partecipando in modo attivo anche alle loro iniziative.
Aderiremo alla campagna “Posto Occupato” andando ad occupare davanti alle nostre scuole una sedia per ricordare tutte quelle ragazze nostre coetanee che prima di morire occupavano un posto a scuola! E proprio a partire dalla scuola pensiamo sia necessario creare e intraprendere un vero percorso di educazione all'interno delle nostre strutture scolastiche. Ma da dove arriva tanta violenza?
“Non è una questione di genere. C’è una cultura che favorisce la violenza. Un bambino non nasce picchiatore o violentatore, ma lo diventa. Nel corso della storia gli uomini sono stati incoraggiati all’uso della violenza, anche se per natura non sono più violenti delle donne. Nella nostra società regna ancora la cultura dell’uomo-padrone, che porta avanti la famiglia. C’è chi pensa ’se amo, possiedo, quindi la mia donna è una mia proprietà’. E se l’uomo è convinto di questo principio, quando viene abbandonato uccide e spesso sente anche l’impulso a tentare il suicidio, perché non accetta di aver subito un torto, di essere stato vittima e non carnefice. Non accetta di riconoscere la sua debolezza nella società, rispetto alla volontà e alla forza di una donna”.



Spezza la catena”



Danzare per dire che le donne vogliono un mondo sicuro e libero da ogni oppressione, danzare per affermare che le donne non sono una proprietà, danzare per dire in un sol coro "vogliamo fermare gli abusi, il dolore, rompere le catene", danzare perché le donne sono forza, energia, danzare per prendere in carico il proprio destino.”
(Parole tratte dalla canzone Break the chain brano utilizzato per il FlashMob Internazionale One Billion Rising)


Irene Gruzza,
GD VAL DI MAGRA.

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