mercoledì 8 maggio 2013

UN BEL TRAGUARDO RAGGIUNTO DAI GD CARRARA

Sono davvero entusiasta di annunciare un altro ottimo risultato raggiunto dai ragazzi della giovanile di Carrara: sono state raccolte circa 500 firme per la legge popolare sui beni confiscati alla mafia.

Tale progetto ci ha visti collaborare con ARCI, CGIL e Federazione Degli Studenti di Massa Carrara e i miei ringraziamenti vanno a tutti i ragazzi che si sono spesi per questa raccolta: la nostra Carlotta Vignali, responsabile alle politiche sociali, che ha seguito passo passo il tutto; Sirio Genovesi,Yuri Ceragioli e Luca Lorenzini che hanno lavorato per circa un mese alla ricerca costante di firme; un grazie a tutti i ragazzi che il 25 aprile hanno partecipato al nostro banchetto all'interno della fiera di S.Marco: Emanuele Giampedroni, Daniele Cioli, Luigi Latanza, Davide Lodola, Luca Dell'Amico, Laura Franco, Lisa Martini, Giovanni Cucurnia, Giovanni Giacomelli, Carolina Freschi, tutti i ragazzi della FDS e gli stessi Sirio, Yuri, Luca e Carlotta; un ringraziamento particolare a Gabriele Bontempi e Claudia Giuliani che hanno lavorato sul territorio massese e a Stefano Agnesini che,da solo, è riuscito a raccogliere più di 100 firme.
E' stato davvero un eccezionale lavoro di squadra e mi emoziona, sempre più, vedere questo gruppo che è caratterizzato da una costante voglia di lavorare e da un crescente entusiasmo.


E' necessario, adesso, analizzare i contenuti della legge popolare che andremo a presentare.
Le mafie sono la holding più prolifica del nostro paese e fatturano più di 170 miliardi l'anno, sottraendo risorse fondamentali all'intero sistema economico italiano.
Attualmente le aziende confiscate in via definitiva sono 1639 e quelle sequestrate potrebbero essere dieci volte tanto: dall'inizio della crisi le aziende confiscate alla criminalità sono aumentate del 65% e tutti i settori produttivi sono coinvolti dal fenomeno, specie i settori chiave per il nostro paese come il terziario (45%), l'edilizia (27%) e l'agroalimentare (8%).
Secondo i dati dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati, il 90% delle aziende confiscate fallisce a causa dell'inadeguatezza dell'attuale legislazione incapace sia di garantire gli strumenti necessari per l'emersione della legalità sia di valorizzare a pieno l'enorme potenzialità economica di queste aziende.
Prendendo, poi, in analisi il numero di lavoratori e facendo una stima al ribasso potremmo senza dubbio affermare che essi sono più di 80.000.
Dando per buone le stime dell'Agenzia relative al fallimento del 90% di queste aziende il quadro che emerge è devastante: circa 72.000 lavoratori e lavoratrici – sempre più spesso inconsapevoli della mafiosità del proprio datore di lavoro – hanno pagato con il licenziamento e la disoccupazione l'inadeguatezza delle istituzioni nel valorizzare l'enorme patrimonio economico costituito dalle aziende confiscate e ciò avviene proprio in territori già fortemente condizionati dalla zavorra mafiosa. L'intervento dello Stato, al contrario, dovrebbe garantire sicurezza sociale e certezza di un vero e serio percorso di emersione alla legalità. Bisognerebbe contrapporre il lavoro legale e pulito allo sfruttamento e alla violenza delle mafie, che inquinando la nostra economia attraverso il riciclaggio di capitali, arrecano un danno strutturale al nostro sistema paese.
Questo quadro è stato ulteriormente aggravato dalla recente riforma Fornero, che ha eliminato l'accesso agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge 109/96 per i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. Premesso questo, vediamo cosa propone la legge:

1. TRASPARENZA: costituire una banca dati nazionale delle aziende sequestrate e confiscate con l'obiettivo di tutelarne la posizione di mercato.
La banca dati potrebbe diventare un utile elenco di fornitori per le amministrazioni pubbliche.

2. AGENZIA NAZIONALE: serve istituire presso l'Agenzia Nazionale un apposito ufficio dedicato alle attività produttive e alle relazioni sindacali con l'obiettivo di fornire tutto il supporto necessario per scongiurare il fallimento delle aziende sequestrate e confiscate e tutelarne i livelli occupazionali.
3. VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO: per rendere le aziende confiscate una nuova possibilità di sviluppo bisogna coinvolgere tutti gli operatori economici presenti sui territori.
Creare dei tavoli provinciali, in collaborazione con l'Agenzia e le Prefetture, potrebbe favorire l'emersione alla legalità delle aziende e il pieno coinvolgimento del territorio.
4. TUTELA DEI LAVORATORI: la riforma Fornero ha abolito l'accesso agli ammortizzatori per i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. La proposta va in direzione opposta, garantendo a tutti i lavoratori e le lavoratrici vittime del sistema mafioso un sostegno al reddito e un percorso di reinserimento lavorativo.
5. LEGALITA' DELLE IMPRESE: estendere e rafforzare il rating di legalità per le aziende sequestrate e confiscate, garantire agevolazioni fiscali per chiunque gli commissioni lavori o forniture.
Prevedere, inoltre, specifiche convenzioni tra le pubbliche amministrazioni e le aziende sottratte alle mafie per i lavori e le forniture sotto soglia.
6. RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE: per risolvere il problema del credito bancario, per pagare gli stipendi dei lavoratori e sostenere i costi dell'emersione alla legalità delle imprese si propone di istituire un apposito fondo di rotazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il Fondo sarebbe finanziato da una parte delle liquidità confiscate alla criminalità.
7. NO AL LAVORO NERO: favorire l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari attraverso un complesso di interventi in favore delle aziende sequestrate e confiscate. 
Si prevedono agevolazioni fiscali per la regolarizzazione e incentivi per la messa in sicurezza delle imprese.
8. CONCORDATO ANTICRISI: l'attuale legislazione prevede la liquidazione delle imprese che abbiano precedentemente accumulato debiti. Per scongiurare il fallimento e per tutelare i lavoratori e i creditori si prevede l'estensione del concordato previsto dalla Legge Marzano per le aziende in crisi.
9. USO SOCIALE DELLE AZIENDE: si incentiva, attraverso un complesso di agevolazioni fiscali, la costituzione di cooperative dei lavoratori disposti a rilevare l'azienda. Il modello di riferimento sono le tante esperienze positive create dopo l'approvazione della legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
10. FORMAZIONE DEI LAVORATORI: attraverso specifiche convenzioni con i fondi interprofessionali, le istituzioni possono favorire un adeguato percorso di formazione e aggiornamento dei lavoratori e delle lavoratrici con l'obiettivo di utilizzare al meglio il potenziale di sviluppo delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie.

Il segretario dei GD Carrara,
Mario Taurino.


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