domenica 21 aprile 2013

Tra egoismo e declino


Gli avvenimenti di questi giorni che riguardano l’elezione del Capo dello Stato sono sugli occhi di tutti e per questo ho sentito la necessità di scrivere poche righe in merito.
Ciò che è avvenuto nel PD è inspiegabile; le decisioni del nostro Segretario sono molto discutibili a partire dall’atteggiamento cerchiobottista della linea politica scelta: prima accordo col Pdl (con la proposta Marini), poi una sorta di “soli fino alla morte” (con la proposta Prodi), dopo un no secco alla candidatura di Rodotà e in fine il “si salvi chi può” (con il ritorno genuflesso da Napolitano). Bè cosi cari miei amici e compagni, chiamatevi un po’ come vi pare, non si va da nessuna parte. In questo momento di crisi profonda del paese non si possono anteporre interessi particolari a quelli della collettività che vive in stato ormai catatonico; con questa affermazione mi riferisco sia alla volontà di salvare, e passatemi il termine, il culo al partito da parte di Bersani, sia alle manie di protagonismo dei vari Renzi, D’Alema e Giovani Turchi… ma poi chi cacchio sono sti giovani Turchi? È mai possibile che il centrosinistra non riesca a scostarsi da queste guerre tribali che hanno segnano la loro sconfitta negli ultimi vent’anni!!!
Come al solito è mancata una convergenza interna e il coraggio di fare scelte coraggiose anche se molto rischiose. Non entro nel giochino del “se c’era Renzi si vinceva le elezioni”… non è successo punto e basta! Quello che latita più di tutto è comunque la spinta innovatrice e riformista che questo Partito a prescindere dal timoniere ha il dovere di imporre, un compito a parer mio non difficile visto chi ci sta attorno: il M5S con il loro arroccarsi su proposte slogan e che nel momento in cui gli viene chiesto un segno di responsabilità ritrae la mano per non perdere il proprio elettorato, il Pdl con la Lega che sono tutto eccetto il simbolo del progresso e dell’innovazione e in fine Monti che ha scelto un destino che, forse, non era il suo.
La realtà è una purtroppo: il PD rischia l’implosione, se non è già avvenuta. I motivi sono alla luce del giorno: un gruppo dirigente sempre più altezzoso e autoreferenziale (a tutti i livelli), uno scollamento vistoso con la base nonostante pochi mesi fa ci siano state primarie così largamente partecipate, una linea politica forse troppo articolata e sicuramente non trasmessa in modo chiaro agli elettori, per poi tornare alle varie ambizioni individuali.
Forse non abbiamo ancora capito che non riusciamo più a trasmettere la nostra idea di un Italia diversa ai nostri concittadini; forse è arrivata l’ora di un reset politico interno, forse è arrivato il momento di essere umili davvero!
Comprenderete che queste mie parole sono mosse dalla forte frustrazione ed amarezza che mi in questo momento mi affliggono ma sono sicuro che condividerete almeno in parte il mio pensiero… nonostante ciò non bisogna mai perdere la speranza di creare qualcosa di nuovo e di migliore…

AVANTI!INSIEME

Daniele Cioli

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